Locarno (Ascona) – Milano – Venezia 2021, tra il 14 e il 22 agosto 2021

Locarno (Ascona) – Milano – Venezia 2021, tra il 14 e il 22 agosto 2021 – in gommone: impressioni dal ritorno sull’ autoveicolo di supporto tecnico 

Dopo otto giorni di navigazione – lacuale – fluviale – canali, di Navigli e lagunare, il trekking Ascona – Venezia 2021 è terminato ieri, con l’entrata della dozzina di viaggiatori a Venezia su quattro gommoni arancioni con fuoribordo da 20 cv.

Le impressioni e conoscenze acquisite da questa discesa saranno di grande utilità per lo sviluppo del progetto d’Idrovia completa Locarno – Milano – Venezia non più segmentata, come lo è invece ancora ora.

Da Sesto Calende a Castelletto Cuggiono (trentasei chilometri) i gommoni sono stati trasportati ed alati nel Naviglio grande con degli autocarri Gru, essendovi sulla tratta ancora tre centrali idroelettriche che non hanno ancora delle conche di navigazione che permettano di continuare il viaggio superando i dislivelli del fiume Ticino Inferiore e del Canale Industriale nell’Alto Milanese, nelle Regioni Piemonte e Lombardia e nelle province Novara, Varese e Milano Metropolitana).

Fino a Pavia, sulle parti navigabili Lago Maggiore e Naviglio Grande, la via esiste già e, a determinate condizioni, è già percorribile.

Ulteriori investimenti di infrastrutturazione necessitano in particolare tra Piemonte e Lombardia, nella tratta tra la diga idroelettrica di Porto della Torre nella provincia di Novara e Turbigo di Milano Metropolitana oltre che sul Naviglio Pavese, tra Milano e Pavia.

La navigabilità dei canali e Navigli dipende molto dall’acqua a disposizione in considerazione delle necessità delle componenti di uso irriguo e di produzione idroelettrica, oltre che dalle precipitazioni.

Essendo i Canali e Navigli lombardi, di origine del tredicesimo secolo, più stretti rispetto ad una Idrovia di trasporto commerciale moderna, la velocità di percorrenza su questi è minore poiché, soprattutto le strutture più antiche, sono più soggette a deterioramento causato del moto ondoso determinato dal transito. Importante a tale riguardo è il tipo di scafo e il relativo moto ondoso generato. Manca ancora in commercio un natante versatile che sia concepito appositamente quale idoneo per tutta la tratta. Sulla tratta dei canali e Navigli mancano infrastrutture portuali ed anche -salvo rare eccezioni- i natanti.

Sul Lago Maggiore, molto frequentato, ed ondoso, è il triangolo tra Stresa, Intra e Laveno Mombello.

I Canali e i navigli lombardi sono per contro ancora poco se non per nulla trafficati, mancando anche i natanti oltre che la maggior parte porti di connessione, sia civili, sia commerciali o turistici.

Quest’anno sul segmento dei Navigli, quale conseguenza del Covid-19, è mancata anche buona parte del servizio di trasporto pubblico. 

Superiore frequentazione, la si trova nella laguna veneta ed in particolare la circolazione nautica a Venezia assume un’importanza massima, sia quale complessità, anche di regolamentazione, sia di importanza turistica e commerciale.

Il Po, da Pavia fino a Cremona è navigabile con banchi di sabbia subacquei di difficile reperimento che ostacolano il viaggio, quantomeno senza eco sonar. L’incidenza di queste “secche” dipende sia dal pescaggio del natante sia dall’altezza del fiume. 

Non sempre i cartelli indicano in modo preciso dove questi ostacoli si trovano. Indizio di fondali bassi sono le “piogge” di cefali argentei che, quando non hanno spazio di fuga saltano, talvolta anche in grande numero, finendo nei gommoni.

Da Cremona fino a Ferrara e poi alla Conca di Volta Grimana nel veneto, il Po è navigabile, anche se talvolta con difficoltà, con dei gommoni.

Fotoreportage del viaggio in gommone (prima parte)

In tutto il viaggio (era agosto) non abbiamo visto un natante operativo di particolare stazza, né abbiamo incrociato natanti di media – grande dimensione che andassero verso il mare o che salissero verso Cremona sul “corridoio mediterraneo” della rete transeuropea dei Trasporti (TEN-T), che dovrebbe teoricamente condurre a Milano. Lo sviluppo di questo potrebbe aprire ad un maggiore sviluppo turistico riflesso lungo il Po, fino a Pavia e poi su fino a MiIano, lungo il Naviglio pavese.

Durante quattro giorni lungo il Po abbiamo incrociato diversi piccoli motoscafi o gommoni di pescatori in movimento o fermi, prevalentemente locali, taluni austriaci.

Un motoscafo con motore entrobordo potente ha fatto un giro tra Pavia alla confluenza del Ticino del Po, per poi ritornare indietro. Forse si allenava per lo storico Raid “Pavia – Venzia” dell’anno prossimo, la corsa motonautica fluviale più lunga del mondo ove, per 400 km, planano a medie di oltre 160 km/h…

Non abbiamo incrociato viaggiatori come noi lungo il fiume. Neppure abbiamo incrociato navi da trasporti pubblico né commerciale. Forse per questi ultimi, il periodo estivo e le vacanze hanno giocato un ruolo. 

Non sono state viste barche di particolare stazza attraccate, a parte la bella nave da crociera fluviale Stradivari, ferma a Boretto Po.

Si è vista un’imbarcazione di AIPO che effettuava rilievi di scandaglio e che ci ha gentilmente suggerito a gesti una via priva di insabbiamento e un natante rosso dei vigili del fuoco approdato in un’ansa. 

Si sono visti impianti di dragaggio di sabbia, taluni in disuso, nessuno in funzione.

Il Grande Fiume ha dimensioni vastissime. Spesso lo spazio si estende e si vede chiaramente su decine di chilometri di sola natura selvaggia, intervallata ogni tanto da opere umane anche di dimensioni notevoli: ponti statali, autostradali, ferroviari, grandissime opere industriali, prese di irrigazione agricola, parte superiore di campanili, filari di alberi frangivento, vecchi idroscali in disuso della storica prima compagnia idroviaria italiana SISA Torino – Trieste, che seguiva il grande fiume.

Il Po ricorda per certi versi la vastità silenziosa dell’arco alpino e il rispetto frammisto a suggestione misteriosa di potenza, placida, della natura, come quella che si percepisce in alta montagna, accomunati dalla loro struttura di base: l’acqua.

Il Po quale culla della civilizzazione ora fuori dai grandi flussi di traffico e trasporto: questi ultimi periodicamente incrociano la maestosità del fiume, su ponti, passandovi sopra, distrattamente, qualche secondo, senza prestarvi particolare attenzione.

Dal fiume Po si nota che il trasporto di persone e merci avviene per la stragrande parte via gomma e rotaia. I treni ad alta velocità Freccia Rossa ed Italo passano come tuoni in pochi secondi, sul ponte ferroviario TAV più lungo al mondo, nei pressi di Piacenza.

La via fluviale interna in rapporto agli altri flussi di traffico è purtroppo insignificante, se non inesistente. Ciò, nonostante il fascino che sprigioni la visita di città storicamente cresciute e nutrite dal Grande Fiume, sulla “via del Sale” in provenienza di Venezia, su su, anche fino al Lago Maggiore e la Svizzera, incontrando la “via del Marmo” che portava dai Laghi Mergozzo e Maggiore a Milano le pietre necessarie per costruire il Duomo.

Le reti autostradali e ferroviarie hanno messo il Po e il trasporto fluviale in ombra, stravolgendo la logica marinara attorno alla quale durante i secoli si erano sviluppati commerci e con essi le splendide città ricche di storia che ancora costeggiano il Grande Fiume.

La ricchezza culturale, agricola, gastronomica ed enologica che costeggia il fiume è impressionante. 

Vicino al fiume però non si è ancora sviluppata una rete di ristori di facile identificazione dall’esterno. Spesso si tratta di strutture provvisorie, pronte ad essere spostate o dotate di strumenti atti a galleggiare in caso di piena del fiume (solitamente due volte all’anno), spesso neppure identificabili con moderni strumenti di geo reperimento internet.

Non esiste ancora un raccordo di servizio pubblico costante, sincrono e coordinato che permetta di congiungere tramite acqua i diversi segmenti già navigabili della Locarno – Milano – Venezia in modo multimodale.

Ogni segmento offre i propri servizi stagionalmente, in un mercato prevalentemente locale e scoordinato o comunque non integrato con i segmenti vicini. 

Mancano raccordi coordinati inter-segmento, o comunque sono poco noti. 

Manca una cabina di regia complessiva che coordini i molti attori tecnici ed infrastrutture interessate, spesso non immediatamente identificabili o conosciuti.

Fotoreportage del viaggio in gommone (seconda parte)

Percorrere la Locarno – Milano – Venezia, lo si può fare, per ora però unicamente con mezzi a limitato pescaggio e con indispensabile appoggio tecnico tramite guide esperte capaci di risolvere i problemi più disparati sul momento, mediante “montaggio sul posto”, anche mediante appoggi terrestri, per superare, alando le barche tramite camion gru o carrelli su scivolo, le numerose tratte ancora prive di conche di navigazione, in particolare in Piemonte e Lombardia, ma anche quale supporto dei natanti che -per ora- hanno dimensioni che non permettono di trasportare anche gli effetti personali dei viaggiatori. 

Senza lo slancio di avviamento della tratta effettuato periodicamente da coraggiosi pionieri della via, quali la Rossetti Viaggi, con l’inossidabile guida fluviale Fabio Bella e Claudio e Silvia Rossetti, sia le periodiche discese esplorative dei Raid dell’Associazione Motonautica Venezia, il cui membro navigatore del Po Dott. Bruno Censi ho avuto il privilegio di incontrare a Polesine Parmense, oppure il suo Presidente Campione di motonautica Giampaolo Montavoci, che ho avuto il piacere di salutare, anche se da lontano, al nostro arrivo a Piazza San Marco, accanto al Ponte della Paglia, la via sarebbe spenta.

È grazie a tutti gli arditi che periodicamente si mettono in gioco e frequentano l’idrovia, ne amano il fascino, non solo in tutta la sua estensione, dalle Alpi all’Adriatico, ma anche sperimentando mediante iniziative internazionali, -regionali e -provinciali, di gruppo o individuali, che questa rimane una viva ed animata esperienza di vita, indimenticabile.

Ci adopereremo, con sforzo comune, da Locarno, da Milano e da Venezia, con i nostri Paesi, Cantoni, Regioni e Province, per migliorarla in modo che tutti, un giorno, possano apprezzarne la sua esistenza e bellezza, in tutta la sua integrità navigabile.

Allego una selezione di immagini tratte dallo splendido viaggio sul Grande Fiume: Ascona – Venezia 2021, ordinate cronologicamente.

Niccolò Salvioni
Presidente Locarno Milano Venezia, Locarno, Lago Maggiore
Svizzera 21 agosto / 9 novembre 2021